C’è un particolare, in mezzo a tutto il dolore di questi giorni, che continua a tornarmi in mente. È il pensiero di Alessandra Falconi che ha raccontato cosa stavano andando a fare gli allegri passeggeri del pulmino che non è mai arrivato a destinazione. Tutti insieme in una piccola osteria nella Val di Lauco avrebbero mangiato la piadina, “Massimo avrebbe fatto i pomodori al forno, noi avremmo sbucciato le patate e sarebbe arrivata la cena, con un sacco di persone belle, con i grembiuli nuovi”.
Questa cosa dei grembiuli nuovi continua a luccicarmi davanti agli occhi come quando ti arriva l’illuminazione della risposta giusta di fronte a una domanda difficile che all’inizio pensavi di non sapere. Di tutte le cose di cui si può parlare intorno a questa tragedia, della bellezza del volontariato, di queste famiglie e dei loro ragazzi con una voglia matta di autonomia, di quello che il Cuore 21 & Centro21 Riccione è riuscito a realizzare per TUTTI, tutti noi insieme intendo, senza prenderci la briga di dividerci tra disabili e non disabili, di fronte alla paura più grande di un genitore, che vorrebbe esistere per sempre solo per poter aiutare i propri figli a cavarsela ma sa che non è possibile, ecco, di tutto questo auguro a me stessa di ricordarmi sempre dei grembiuli nuovi.
Era un viaggio che valeva la pena fare per ritrovare un gruppo di amici in Friuli, una teglia di pomodori al forno, le patate da sbucciare in un fine settimana d’autunno e i grembiuli nuovi.
Sempre di più ci sfugge il senso delle cose, siamo riusciti a svuotare di significato anche i nomi che usiamo per chiamare i sentimenti più puri: l’amicizia è diventata un pollicione virtuale, il cordoglio o la tristezza una faccetta contrita, l’amore un cuoricino e poi via, avanti il prossimo.
Questo viaggio era la sostanza di tutte le cose. Era l’amicizia, quella vera, il “grazie” alla vita per ricordarci ogni tanto che non deve essere sempre così faticoso restare. Era la semplicità delle cose che ci fanno felici: le lenzuola pulite, l’aver cambiato quella lampadina fulminata da mesi, spazzare le foglie di fronte al cortile di casa, mangiare un minestra quando fuori fa freddo. La semplicità disarmante delle nostre vite ci ricorda cosa è importante. I grembiuli nuovi sono importanti perché stringono il cerchio. Le abitudini, solo nostre o comunque di pochi, sono fondamentali per non cadere sotto il peso del cielo. Servono a renderlo meno imponente, meno pesante, a darci la sensazione di poterlo sostenere anche da soli, anche se è troppo grande per noi. E lo sarebbe senza le piccolezze semplici che c’inventiamo per continuare a respirare.
Si rimane increduli finché i morti sono ancora morti e non trovano sepoltura, non trovano “pace”, come si dice. Ma forse i morti sono già in pace, mentre i vivi restano a cercarla. Ecco perché dopo un funerale sembra di aver rimesso le cose a posto, in ordine, almeno in questa vita.
Domani a Riccione sarà il giorno dell’addio e le cose non torneranno per niente in ordine.
Soltanto si andrà avanti come si potrà, provando a continuare a respirare e a fare quello che ci hanno insegnato fin qui e sporcare quei grembiuli nuovi al posto loro.